La scuola sta finendo e gli esami stanno iniziando.
Molti ragazzi e breve saranno chiamati a sostenere giorni di intense prove scritte e interrogazioni che molto probabilmente rammenteranno per il resto della loro vita.
Non so tu ma io ricordo come fosse ieri il mio esame di maturità: il caldo di quei giorni, l’incognita delle prove scritte, lo stress dell’esame orale, il sollievo provato nel preciso istante in cui TUTTO era finito e finalmente potevo permettermi di sentirmi in vacanza.
Non mi sono distinta per il massimo dei voti (43/60 – una sorta di sufficienza piena), in italiano c’era sempre qualcuno più bravo di me, fisica e latino erano il mio incubo. Ricordo che un anno venni persino rimandata in disegno – e credimi, capisco perfettamente se a questo punto della storia ti stia venendo da sorridere!
Poi finalmente gli anni dell’università, di un indirizzo di studi quasi interamente dedicato alle materie che più amavo: pedagogia, psicologia, sociologia…e tutta una serie di discipline che mi avrebbero guidato alla conseguente laurea in Scienza dell’Educazione. Laurea con un punteggio ben differente dal diploma liceale di qualche anno prima: stavolta chiudevo il mio percorso con il massimo dei voti (110/110 e lode).
In linea di massima ho sempre studiato, non mancando al Liceo di collezionare qualche 4 e 5 in quelle materie che assaporavo come medicina amara (vedi la fisica di cui sopra). E ricordo anche che in famiglia né mamma né papà hanno mai fatto alcun dramma per le mie insufficienze. Era imperativo studiassi e non perdessi tempo…questo sì, ma era ampiamente contemplato non fossi eccellente in tutte le materie.
Da madre mi rendo conto che io stessa adotto per i miei figli lo stesso metro di educazione (scolastica e non solo), che credo si possa riassumere in poche semplici parole: sii sempre il tuo meglio in ciò che stai facendo.
Non sono attaccata al voto, ma all’eccellenza personale; e se capisco che giochi al ribasso con le tue potenzialità ti ricordo immediatamente chi sei e chi puoi essere (senza mezzi termini).
Il mondo ha bisogno di studiosi, artisti, letterati, etc; il mondo ha bisogno di tutti, e soprattutto ha sete di persone che credano in se stesse e nelle proprie potenzialità.
Scuola e famiglia a questo proposito possono fare molto, anzi sono contesti educativi per eccellenza. Educazione del mondo, delle varie discipline di studio, e soprattutto di se stessi.
Non venendo meno al suo mandato di “mentore”, il Preside di una scuola di Singapore ha scritto una memorabile lettera indirizzata ai genitori dei suoi studenti. Che tu sia genitore, insegnante o nulla di tutto ciò, leggi le parole di quest’uomo. Leggile e lascia che parlino anche a te: sono sicura ti emozioneranno al pari di tutte quelle persone che ne hanno reso lo scritto virale sul web.
Gli esami dei vostri figli stanno per iniziare, so che sperate che i vostri figli vadano bene.
Ma per favore ricordatevi che tra gli studenti che sederanno per fare gli esami c’è un artista che non capisce la matematica, c’è un imprenditore a cui non interessa la storia, c’è un musicista i cui voti in chimica non saranno importanti, c’è una persona sportiva il cui allenamento è più importante della fisica.
Se tuo figlio andrà bene sarà un’ottima cosa, ma se lui o lei non lo faranno, per favore non privarli della loro fiducia e della loro dignità. Digli che non fa niente, che è solo un esame. Potranno fare cose molto più grandi nella loro vita. Digli che non importa quali saranno i loro voti, li amerai lo stesso senza giudicarli.
Comportatevi così per favore. E quando lo farete ammirerete i vostri figli conquistare il mondo. Un esame o un brutto voto non gli porteranno via i loro sogni e il loro talento.
Per favore, non pensate che dottori ed ingegneri siano le uniche persone felici al mondo.
Cordiali saluti, il preside