A chiunque desideri raggiungere un traguardo di qualsiasi genere (sportivo, relazionale, professionale, sentimentale, etc.), ciò che solitamente il comune buon senso, l’esperienza, ed una vasta serie di pubblicazioni sul genere raccomandano, è di dedicarsi all’allenamento tanto di capacità tecniche e di settore che di attitudini caratteriali e comportamentali.
La strada verso il successo non è un percorso rettilineo privo di ostacoli, quanto piuttosto una montagna russa fatta di imprevisti, faticose salite e improvvise discese (<<leggi qui e <<leggi qui altri due post correlati).
Riuscire ad avanzare malgrado le difficoltà spesso sfinenti e deludenti inevitabili lungo il cammino, significa anche forgiare il proprio carattere in un’ottica di resilienza, costanza e perseveranza.
Significa tenere duro malgrado gli imprevisti.
Significa non mollare.
Significa resistere, sempre e comunque.
Il successo è cadere nove volte e rialzarsi dieci. – Proverbio Giapponese
Cadere nove volte, e rialzarsi dieci; cadere rialzandosi una volta in più; cadere e soprattutto rialzarsi.
C’è però modo e modo di rialzarsi: un conto è tornare in piedi senza aver minimamente assorbito il feedback dell’accaduto, ed altra cosa invece è rimettersi in prima linea avendo fatto tesoro dell’esperienza e dell’insegnamento in essa racchiuso.
Il primo caso è pericolosissimo, perché richiama quella perseveranza diabolica (Errare umanum est, perseverare autem diabolicum. – Sant’Agostino) che conduce all’involuzione piuttosto che all’evoluzione.
Il secondo caso invece è virtuosissimo, perché allena mente e spirito alla fallibilità umana ed alla sperimentazione, in un’ottica di continua crescita, sviluppo, e progresso individuale (Prendersi il tempo di sbagliare tutto è essenziale per fare qualcosa di buono. Ecco perché il nostro obiettivo è sbagliare il più in fretta possibile. – Lee Unkrich, direttore creativo team Pixar).
Proprio l’esperienza infatti può insegnare quanto sia saggio desistere dai propri propositi cambiandone direzione, e soprattutto nel caso di tutti quegli obiettivi anche solo in parte al di fuori della nostra personale responsabilità e sfera di potere.
Un conto è misurarsi con l’ambizione di perdere peso piuttosto che apprendere una lingua straniera (obiettivi completamente sotto il proprio controllo personale); altra situazione invece quella di voler fare di nostro figlio un futuro dottore (decidendo per lui in materia di sbocchi professionali), piuttosto che di quell’uomo/quella donna che stiamo frequentando il nostro futuro partner (questi ultimi, obiettivi parzialmente sotto il proprio controllo personale).
Ciò non significa che per tutti quegli obiettivi che siano in relazione e condivisione con gli altri, dobbiamo mancare di visione e progettualità; tutt’altro, pianificare futuro e direzioni di vita è sempre e comunque indispensabile (oltre che necessario) per un agire consapevolmente orientato.
Ciò piuttosto significa che:
- nel momento in cui formuliamo progetti che richiedono la co-presenza / co-partecipazione di una o più persone, ha grande importanza renderci conto che arrivare in “meta” non dipende esclusivamente da noi
- è importantissimo nel mentre leggere il feedback tanto delle situazioni che delle persone
- proseguire può anche voler dire sapientemente desistere e smettere di perseverare diabolicamente
Vi faccio un paio di esempi.
Recentemente chiacchieravo con una ragazza delusa dall’atteggiamento del partner:
“Credo molto nel nostro rapporto e lui è assolutamente l’uomo che voglio sposare; tuttavia il nostro legame è una lotta, perché periodicamente ci sono difficoltà di ogni tipo….
L’ultimo litigio ha a che fare con la sua trovata sulle vacanze: da un paio d’anni a questa parte mi chiede di trascorrerle con gli amici, separatamente da me…”.
Trattandosi di chiacchierata informale non siamo andate ulteriormente in dettagli; per quanto mi riguarda, se constatassi che la relazione con il mio partner è una continua lotta e che ai miei propositi di matrimonio fanno eco le sue vacanze da single…ecco, comincerei a chiedermi molto seriamente se le campane che sento suonare siano veramente quelle di una cerimonia nuziale, piuttosto che il segnale di un opportuno quanto mai precoce rinsavimento.
Situazione simile, la rabbia di una madre per la figlia “insensata” appena partita verso l’India; figlia “a tal punto insensata da essersi dimessa dal posto fisso che non tanta fatica la famiglia le aveva procurato!”.
Da madre a madre, posso comprendere che la signora abbia delle aspettative per sua figlia, come posso comprendere che la signora si sia adoperata conformemente a quelle aspettative.
E alla luce delle recenti novità di cui mi faceva cenno, posso anche immaginare quanto per la signora sia salutare lasciare andare quegli stessi obiettivi ed il carico di tensione ad essi associato, accettando inevitabilmente il cambio di direzione definito dalla figlia.
Dopo quanto hai appena letto in questo post, veniamo a te: rifletti su quello che vuoi e cui ambisci, ai tuoi obiettivi e progetti per il futuro, e rispondi alle domande di autocoaching che trovi di seguito.
- Ciò per cui ti adoperi infondendo risorse ed energie, in che misura è sotto il tuo controllo e rientra nella tua sfera di potere? entro che margine ciò cui aspiri fa riferimento a te solamente…piuttosto che a te in relazione agli altri?
- Sei attento/a al feedback del contesto…o tendi a perseverare diabolicamente?
- Quanto è realmente opportuno che tu resista in direzione dei tuoi propositi…e quanto invece potrebbe essere saggio desistere e cambiare rotta?
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