Leggi, guarda, e soprattutto impara

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Sono sincera.
Quando una decina di anni fà pensavo alla maternità e accarezzavo l’idea di avere dei figli, immaginavo sarebbe stata soprattutto un’esperienza in un’ottica di dare piuttosto che di ricevere.
Ai miei figli avrei dato affetto, supporto, sostegno, attenzioni, cure, impegno, presenza, tempo, e sapevo che mi sarei adoperata al mio meglio tanto emotivamente/spiritualmente, quanto materialmente.

In effetti, soprattutto i primi anni sono stati molto impegnativi da un punto di vista fisico: sveglie notturne per le poppate, veglie notturne per i classici malanni stagionali, e occhi bene aperti nel resto della giornata per scongiurare fantasiosi guai dell’ultima ora (per es. divani rivisitati come alture da cui tuffarsi in un mare di rigido e rovinoso marmo, piuttosto che oggetti di ogni tipo vagliati incessantemente con la bocca e potenzialmente di traverso giù nella gola).

fiore labirinto spiralePoi le cose sono lentamente cambiate; un cambiamento progressivo e graduale resosi chiaro per me solo a partire da alcuni anni or sono.
Sono cambiata io (per un mio percorso di crescita personale), è cambiata la percezione che avevo dei miei figli, e per mio tramite è cambiata anche la relazione con loro.
Da una posizione sbilanciata verso il dare, in cui percepivo le mie energie in uscita con difficoltà di recupero e rigenerazione, ho cominciato ad osservare ai miei figli come piccoli tesoretti ricchi di meraviglie preziose per me e per la mia vita, come fonti cui poter attingere anziché per lo più offrire.

Ovviamente la fatica fisica, l’impegno e le energie in campo sono sempre a tutto tondo, ora come allora, ma adesso ogni cosa è compensata dal fatto che con loro imparo…traggo ispirazione, e riesco finalmente a ricevere (e vedere) tutto il bello che c’è del loro piccolo/grande mondo.

E quando faccio scorrere video come quello che osserverai anche tu di seguito, mi commuovo.
Il video dura 7 minuti, è in inglese, e se anche non conosci questa lingua non ti preoccupare; non è necessario comprendere le parole per comprendere il messaggio di quelle immagini.
Protagonista del video è un bambino di 9 anni, Malaki Paul, che accompagnato dalla mamma partecipa ad una audizione canora chiamata Britains got Talent.

Malaki sale sul palco, di fronte a sè ha le luci della ribalta, i giudici di gara, le telecamere, centinaia di persone che lo osservano, e una sfida in corso. Comincia a cantare e semplicemente….la tensione ha il sopravvento: la voce è strozzata e le lacrime sgorgano.
Malaki si ferma; la sua mamma esce dalle quinte per abbracciarlo, e interpellato dal giudice di gara Malaki decide di cantare ancora. È visibilmente nervoso (osservate come muove la bocca al min. 3:07), e senza incertezze dichiara di voler continuare lo show.

Il filmato propone anche un dietro alle quinte con due importantissimi concetti che la madre gli trasmette prima della performance:
1. La distinzione tra autostima ed autoefficacia (“nessuno è lì per giudicare te”).  >>leggi qui a proposito di autostima
2. L’importanza di guidare la mente ed i suoi pensieri (“immagina di cantare per me, immagina che davanti a te ci sia io che faccio il tifo per te”). >>leggi qui a proposito del potere della tua mente

Lascio a voi il piacere di scoprire quello che succede nei minuti a seguire; e sempre a voi, lascio anche il piacere di sentire il filmato nell’acustica e nell’empatia.

Malaki, un bambino di 9 anni.
Malaki, un bambino di 9 anni; ha affrontato le sue paure e le ha vinte.

Ci domandiamo: ” Chi sono io per essere brillante, pieno di talento, favoloso? ”
In realtà chi sei tu per NON esserlo?

Marianne Williamson

E tu, cosa stai facendo per le tue paure?
Quanto ti stai adoperando per la tua vita?… vuoi forse rispondere che non è facile?! Certo che non è facile, e allora? Il fatto che non sia facile non vuol dire che sia impossibile.
Malaki, 9 anni, ha affrontato il palco della sua vita; tu cosa stai aspettando?

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