Da qualche tempo ho iniziato a ricevere diversi messaggi da parte di molte persone che dopo aver letto un mio articolo dal titolo “Come ottenere tutto (o quasi!) dalla vita: legge di attrazione”, hanno iniziato a scrivermi ringraziandomi di aver dato loro la “ricetta” per una vita perfetta.
Sebbene tenga lontana da me la presunzione di “offrire la perfezione”, ammetto che ricevere questo tipo di commenti è piuttosto piacevole perchè testimonia la possibilità d’essere stata di ispirazione per qualcuno.
Sia come persona che come life coach, ho sempre ritenuto che la perfezione sia solo un modello a cui tendere e certamente non una realtà da bramare ad ogni costo.
Ecco perchè ho deciso di spiegare l’importanza di vivere una vita imperfetta in questo nuovo post.
È impossibile procedere nella vita con incedere fermo, sicuro e senza cedimento alcuno.
La strada verso la realizzazione personale e l’equilibrio psico-fisico è fatta di tentativi, passi falsi, interruzioni, e talvolta anche marce a ritroso che inevitabilmente rendono tortuoso e spesso inimmaginabile l’intero cammino.
Come spesso dico ai partecipanti delle le mie sessioni di life coaching: nessuno è perfetto, NESSUNO. E credimi se ti dico che queste non sono mai parole di troppo, dato che ancora in molti rifiutano di arrendersi a tale evidenza.
Tu non sei perfetto, i tuoi amici non sono perfetti, e nemmeno tutte quelle persone che ami e ammiri con ogni cellula del tuo corpo sono e saranno mai perfette.
La perfezione non esiste. Capirla è il trionfo dell’intelligenza umana; desiderarla per possederla è la più pericolosa delle follie.
Alfred de Musset
Gli inciampi sono parte dell’esistenza, gli errori sono all’ordine del giorno, e gli sbagli sono lo strumento attraverso cui la vita ti sollecita al miglioramento e all’eccellenza. E questo vale sia per te che per chiunque altro a questo mondo. Non a caso errare humanum est.
Un uomo non si rende grande per la sua infallibilità (conosci qualcuno che in vita sua non abbia mai, proprio mai messo un piede in fallo?!).
Un uomo si rende grande per la capacità che ha di rialzarsi dopo ogni caduta (qualità detta resilienza), e per l’attitudine a muoversi costantemente in direzione del proprio obiettivo a dispetto delle difficoltà e delle avversità.
Gli uomini grandi non aspettano che situazioni di vita ideali bussino alla porta, perché sanno che commetterebbero l’azzardo di affidare la propria vita al caso ed all’incertezza.
Gli uomini grandi creano situazioni ideali alla propria vita, affidando a se stessi la responsabilità del loro benessere e serenità.
Perfezione non significa assenza di problemi, vita da eterno romanzo rosa e tranquillità in ogni istante.
Guardati attorno, osserva la magnificenza delle montagne (create dallo scontro delle placche tettoniche che compongono la crosta terrestre), e ricorda che la vita intera è nata per mezzo di una fortissima esplosione che tutto ha travolto e stravolto (il Big Bang).
Smetti di scappare dalle difficoltà, perché così facendo le avrai sempre al tuo seguito. Piuttosto, comprendi la necessità di accettarle come parte integrante della vita, ed adoperati per discernerne il senso ed il significato.
Perché solo quando avrai dato un fine alla tua sofferenza, la sofferenza avrà fine.
Comincia col chiederti:
- In che modo la situazione in cui ti trovi può spingerti a migliorare?
- Cosa ti stimola a fare di nuovo e di diverso (utile per te)?
- Quale vecchia abitudine, stile di pensiero o atteggiamento ti invita invece a eliminare e lasciare andare?
Sai bene che ogni cosa a questo mondo è in perenne movimento e cambiamento; si avvicendano i minuti gli uni dopo gli altri, i giorni della settimana, le stagioni… e nel tempo tutto scorre e muta incessantemente.
Il discorso ovviamente vale anche per te, con l’inevitabile considerazione che se NON stai guidando la tua vita in una direzione evolutiva, significa purtroppo che (inconsciamente) la stai spingendo alla sua involuzione e peggioramento.
Migliorare è semplice: basta tu faccia tesoro dell’esperienza raccogliendone l’insegnamento.
Dopotutto a ciascuno viene sempre data una seconda occasione: si chiama domani.
Ho imparato così tanto dai miei errori, che sto pensando di continuare a farne.
Anonimo
Evita di recriminare, smetti di andare in cerca di colpevoli verso cui puntare il tuo dito, e sospendi ogni forma di giudizio.
Non significa tu debba condonare l’accaduto, quanto piuttosto aprirti al suo insegnamento alleggerendoti del carico emotivo di ciò che è stato.
Le tue energie non sono illimitate ed inesauribili, pertanto è essenziale tu valuti consapevolmente la direzione verso cui spenderle e dirigerle.
Fatti sempre queste domande:
- In che direzione decido di impegnarmi?
- Mi voglio impegnare per creare qualcosa di generativo e risolutivo nella vita (allenando la resilienza)?
- O al contrario, decido di adoperarmi per stagnare nelle difficoltà e negatività (biasimando e lamentandomi)?
Sii sempre responsabile delle tue risposte, e assumi con te stesso l’impegno di offrire la risposta più abile alle situazioni in cui ti troverai (respons-abile, ovvero “respondere”/rispondere abilmente).
Diversamente ti ritroverai a dover gestire non più un solo problema, ma addirittura due: la difficoltà oggettiva in cui ti trovi, e la disfunzionalità del tuo atteggiamento mentale.
Infine, rammenta che la parola errare si presta (non a caso) a due significati: errare nell’ottica di sbagliare, ed errare inteso come viaggiare.
Interessante vero? Lo sbaglio è accomunato al concetto del viaggio, ovvero all’idea del cammino… della scoperta… dell’esperienza… e della vita intera.
Un lungo viaggio iniziato con quel primo passo incerto che hai azzardato a camminare nei primissimi mesi della tua esistenza.
Cadendo, e rialzandoti da terra ogni volta.
Cadendo, e raccogliendo ogni volta insegnamento dall’esperienza.
Cadendo, e risollevandoti ogni volta più forte è più sicuro.
Cadendo, e immaginando che presto avresti iniziato a correre.
Inciampa, impara, sollevati, e guarda sempre avanti.
Non dimenticarlo mai. Permettiti di farlo sempre.
Un uomo non dovrebbe mai vergognarsi di ammettere che ha sbagliato, che non è altro che dire…che oggi è più saggio di quanto non fosse ieri.
Alexander Pope
Raccontami:
- Quali sono le difficoltà che tu stai attraversando in questo momento?
- Che insegnamento hai ricevuto fino ad ora dalle tue esperienze?
Rispondi pure condividendo le tue riflessioni nello spazio più sotto riservato ai commenti: sarai di ispirazione a chi ti legge, e l’atto della scrittura sarà un ottimo esercizio di dichiarazione per te stesso.
Infine, non dimenticare di condividere il post se ti è piaciuto:
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