Daria Sessa Life Coaching

Il vero aiuto

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“È più forte di me; devo per forza adoperarmi per chi non sta bene e ha bisogno d’aiuto. Io sono molto altruista e generoso, e non riesco a fare finta di niente se capisco che qualcuno può avere bisogno di me. Il punto è che poi finisco col sentirmi letteralmente senza energie, soprattutto quando dall’altra parte trovo persone ingrate che non solo non ringraziano, ma arrivano persino a recriminare malgrado quello che è stato fatto per loro”.

È capitato anche a voi di trovarvi in situazioni di questo tipo? Vi siete mai sentiti ingiustamente contraccambiati nei favori, e proprio per questo al colmo della tensione e dello svilimento?

Per sommi capi, ho appena riportato tra le virgolette le considerazioni espresse alcuni giorni fa da un conoscente incontrato casualmente per strada; al seguito del classico scambio di saluti, condito da innocue domande di rito del tipo “come stai? come vanno le cose?”, questo signore in 5 minuti e nel bel mezzo di un crocevia mi ha esploso in faccia un vaso di Pandora carico di rabbia, rammarichi e dispiaceri per quanto appena vissuto nella sua famiglia. Chiedendogliene discretamente motivo, ha raccontato di come lui e sua moglie avessero offerto generosa ospitalità in casa propria al fratello di lei (temporaneamente invalidato a causa di un incidente stradale), e di come tale cognato, per tutta risposta, dopo alcuni mesi di convivenza e convalescenza se ne sia uscito da quella dimora non solo senza ringraziamento alcuno, quanto piuttosto dichiarandosi mentalmente esasperato e stremato da tutta l’esperienza nel suo complesso.

“Ha detto di aver subito una forzata convivenza, ha detto che non dovevamo impicciarci e che voleva stare per conto suo a casa sua…da solo!! Ma il giovanotto si è visto in faccia quando è uscito dall’ospedale? Si è reso conto delle condizioni in cui stava? Non sarebbe arrivato a sera.. altroché. E lo splendido, invece di ringraziare me e sua sorella per il nostro aiuto e numerosi mesi di cure ed attenzioni, gira i tacchi e ci sbatte offeso la porta in faccia! Certo che sono arrabbiato, anzi di più: sono furioso, e anche profondamente umiliato e amareggiato”. Questo in sintesi quanto ha aggiunto il signore prima che ci salutassimo e proseguissimo ciascuno per la propria strada.

Tutto questo discorso mi ha fatto pensare ad una premessa che ho reso subito mia lavorando come coach; avete presente il detto “non c’è peggior sordo di chi non voglia sentire?” Declinate il motto anche a tutte le volte in cui desiderate offrire il vostro aiuto a qualcuno, e sappiate che non c’è alcun soccorritore per chi non voglia farsi soccorrere”. In altre parole, prima di offrire il vostro sostegno personale assicuratevi che dall’altra parte ci sia qualcuno disposto ad afferrare la vostra mano tesa, altrimenti l’unica cosa che stringerete alla fine sarà fatalmente solo dell’aria.

Se siete sinceramente animati dall’intento di prestare al prossimo il vostro supporto e sostegno, allora sappiate anche ascoltare (prima) e rispettare (poi) la capacità dell’altro di ricevere o meno il vostro aiuto; diversamente, vi starete adoperando solo per voi stessi e le esigenze del vostro spirito altruistico, col rischio che la vostra offerta si trasformi in una imposizione ed il vostro aiuto in prevaricazione. Tuttavia per alcune persone è inconcepibile ricevere un rifiuto in risposta alle proprie generose profferte e attenzioni, ed anche molto difficile comprendere come taluni possano trarre conforto semplicemente rivolgendosi proprio a se stessi (ed apprezzando il conforto di una presenza tutt’al più discreta e silenziosa).

Perciò in ogni relazione sappiate togliere di mezzo voi stessi ed il vostro ego, e abbiate cura di sbarazzarvi anche delle vostre aspettative: in questo modo sarete certi di adoperarvi autenticamente per l’altro (piuttosto che per i vostri bisogni inconsci), con generosità e attenzione, affrancandovi sapientemente dall’impatto inaspettato di eventuali recriminazioni indesiderabili. L’idea non è tanto quella di dare in quantità (tempo, sostegno, mezzi, etc.) e a tutti i costi, quanto piuttosto di dare a proposito e con attenta empatia.

Perché come già disse Dostoevskij,

Per aiutare, bisogna anzitutto averne il diritto.

Fëdor Dostoevskij, Delitto e castigo, 1866

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