Ho sempre creduto che un minuto di rabbia fossero sessanta secondi di felicità perduta.
E dato che il tempo è l’elemento costitutivo della vita, perdere del tempo (peraltro malamente) equivale anche a perdere un pò della propria vita.
Avere il sorriso sulle labbra non è un gesto semplice nè automatico, e siamo tutti talmente abituati ad incrociare dei volti seri e crucciati da restare stupiti quando vediamo qualcuno che ha tutta l’aria di spassarsela bene (“chissà cos’avrà mai da ridere quello lì…” – ci domandiamo).
Ci sono giorni in cui è spontaneo avere un atteggiamento gioioso, perchè (magari) stiamo facendo esperienza di ciò che più ci piace e ci rende felici.
E ce ne sono altri invece in cui sembra addirittura impossibile smettere di sospirare e mantenere la serenità, considerato il groviglio di problemi e difficoltà da cui siamo sommersi.
Eppure proprio quando meno desidereremmo sorridere tanto più è indispensabile assumere con noi stessi l’impegno di curvare per qualche secondo gli angoli della bocca verso l’alto.
Ridere, sollevare lo sguardo, aprire le spalle, alzare le braccia, sono piccole variazioni della postura apparentemente insignificanti ma in realtà estremamente importanti per cambiare il setting della mente e dei suoi pensieri.
Come disse Edward L. Krame, non bisogna aspettare di essere felici per sorridere ma bisogna sorridere per essere felici.
E se sei alla ricerca di strumenti pratici e concreti per sapere esattamente cosa e come fare, il video che segue del romagnolo Terenzio Traisci (attenzione perchè già il suo accento mette di buon umore!) è esattamente ciò che fa al caso tuo.
Ogni bene per te,
Daria
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