Sono alla cassa del supermercato. C’è molta gente in coda dietro e davanti a me; si procede lentamente coi pagamenti perché il personale a disposizione è in numero minimo.
Finalmente è il mio turno. Sto per andarmene, e improvvisamente odo alle mie spalle le esclamazioni nervose di un signore esasperato dai tempi d’attesa.
Quasi fosse scoccata una scintilla, nel giro di pochi secondi altre voci si uniscono alla sua formulando espressioni per nulla educate.
La cassiera resta impassibile, salvo considerare sommessamente tra sé e sé quanto la persone negli anni siano diventate via via più insofferenti, nervose e difficili da gestire.
Negli USA l’argomento “rabbia” è a tal punto sensibile ed importante da sollecitare numerosi programmi ad hoc appunto per la gestione di questa emozione spesso ingovernabile.
Sono molte infatti le persone che quando si arrabbiano affermano di perdere completamente il controllo di se stesse, mancando di lucidità e spingendo in black out l’intero l’organismo.
In presenza di un’emozione negativamente così forte ed incontrollabile, accade infatti che il respiro sia affannato, il corpo si irrigidisca, il cuore acceleri il battito e si riduca la soglia dei freni inibitori (arrivando a pronunciare o fare esattamente ciò che serenamente mai vorremmo agire).
Cedere ad uno sfogo repentino piuttosto che reprimere forzatamente le tensioni, sono l’una per l’altra strategie poco efficaci e per nulla risolutive.
In un caso tendiamo a creare quel genere di situazioni di cui solitamente ci pentiamo; nell’altro fomentiamo sensazioni di ingiustizia e rancore che a lungo andare somatizzano malattie nel corpo.
Cosa fare dunque?
Intervenire in maniera assolutamente più profonda e significativa attraverso queste cinque semplici strategie mentali:
#1. Sii impermeabile agli insulti
C’era una volta un anziano samurai che si dedicava a insegnare il buddismo zen a giovani allievi. Malgrado la sua età, correva la leggenda che fosse ancora capace di sconfiggere qualunque avversario.
Un pomeriggio si presentò un giovane guerriero conosciuto per la sua totale mancanza di scrupoli. Egli era famoso per l’uso della tecnica della provocazione: aspettava che l’avversario facesse la prima mossa e, dotato di una eccezionale intelligenza che gli permetteva di prevedere gli errori che avrebbe commesso l’avversario, contrattaccava con velocità fulminante.
Questo giovane e impaziente guerriero non aveva mai perduto uno scontro. Conoscendo la reputazione del samurai, aveva deciso di sfidarlo, sconfiggerlo e accrescere così la propria fama.
Tutti gli allievi del vecchio samurai si dichiararono contrari all’idea, ma il maestro decise ugualmente di accettare la sfida lanciata dal giovane guerriero.
Si recarono tutti nella piazza della città: il giovane cominciò a insultare l’anziano maestro. Lanciò prima alcuni sassi nella sua direzione, gli sputò poi in faccia. Gli urlò tutti gli insulti che conosceva, offendendo addirittura i suoi antenati.
Per lunghe ore fece di tutto per provocarlo, tuttavia il vecchio si mantenne impassibile.
Sul finire del pomeriggio, quando ormai si sentiva esausto e umiliato, l’impetuoso guerriero si ritirò.
Delusi dal fatto che il maestro avesse accettato tanti insulti e tante provocazioni senza reagire, gli allievi gli domandarono:
“Come avete potuto sopportare tante indegnità? Perché non avete usato la vostra spada? Anche sapendo che avreste potuto perdere la lotta, avreste mostrato il vostro coraggio! La gente pensserà che siete un codardo!”
L’anziano maestro samurai, allora domandò loro:
“Se qualcuno vi si avvicina con un dono e voi non lo accettate, a chi appartiene il dono?” “Appartiene a chi ha tentato di regalarlo” – rispose uno dei ragazzi.
“Lo stesso vale per l’invidia, la rabbia e gli insulti” – disse il maestro – “Quando invidia, rabbia e insulti non vengono accettati, continuano ad appartenere a chi li porta con sé“.
#2. Sfrutta il tuo quarto di secondo d’opportunità
Il neurochirurgo Benjamin Libet ha scoperto che ogni persona impiega un quarto di secondo di tempo per tradurre una data informazione nel corrispondente gesto fisico.
Ovvero: ti ordino di muovere un dito, e scorre un quarto di secondo prima che tu esegua la mia richiesta.
Pertanto, se credi di non poter gestire le tue emozioni (e reazioni) ti stai sbagliando.
Se credi di non poter mediare i tuoi comportamenti, te la stai solo bellamente raccontando.
Perché ciò che fisicamente ritieni sia una risposta automatica e connaturata ad un certo tipo di pensieri, in realtà è intervallata da un minimo di lasso di tempo.
Come sfruttare questo tuo quarto di secondo?
Respirando profondamente (così da ossigenare mente e corpo), contando fino a 10 (come da vecchio adagio proverbiale), ironizzando (da sempre utile a stemperare le tensioni), o magari (come nel video più sotto)….cantando!
#3. Medita
Meditazione vuol dire mettere la mente in disparte, così che non interferisca più con la realtà e tu possa vedere le cose per ciò che sono.
Osho
Ogni giorno dedica 5-10 minuti del tuo tempo ad una pratica che ti permetta di calmare il flusso dei pensieri in modo da equilibrare mente ed animo.
Ogni giorno siediti in un luogo in cui ti sia possibile restare indisturbato per alcuni minuti, e respirando profondamente semplicemente osserva i tuoi pensieri: osservali senza giudicare, e lascia che scorrano nel cielo della tua mente come nuvole trasportate dal passaggio di lievi brezze.
Ogni giorno medita, e permetti alla mente di liberare stress e tensioni.
Non è un caso che l’uomo più felice del mondo, Matthieu Ricard, abbia accumulato nella sua vita più di 40.000 ore di meditazione…non credi?
#4. Pratica regolarmente dell’attività fisica
L’azione calmante dello sport è ormai nota a tutti.
Durante il movimento fisico vengono infatti secrete delle sostanze organiche chiamate endorfine che agiscono come vere e proprie droghe naturali, permettendo al corpo di rilassare stress e di reagire positivamente a situazioni di tensione e rabbia.
Ti faccio subito un esempio molto pratico.
Una cara amica podista di professione, mi raccontava poco tempo fa di quanto fosse stupita nell’osservare i suoi piedi disseminati qua e là di vesciche e piccole abrasioni.
Lo stupore derivava dal fatto che non ne avvertisse alcuna avvisaglia nell’attività riconosciuta come principale ed unica causa (la corsa): “quando corro sono talmente distesa ed appagata Daria, da non accorgermi proprio di nulla!”.
Ogni settimana programma la tua routine sportiva (possibilmente all’aria aperta): non mancherai di apprezzarne i benefici oltre che fisici anche e soprattutto mentali.
#5. Osservati
Quando senti che rabbia e tensioni stanno prendendo il sopravvento, fermati a considerare tutte le sensazioni…pensieri…impulsi che ti attraversano l’animo.
Magari stai stringendo i denti, o forse avvisi un senso di nausea; la bocca si fa secca, e la mente comincia a pulsare.
Osservati e prendi nota nel dettaglio di tutto quel che capita e stai attraversando in quel preciso momento di intensa adrenalina e imminente concitazione.
Questa semplice attività ti permetterà di oggettivare la rabbia, divenirne consapevole, ed essere maggiormente in controllo delle tue reazioni.
Esci da te stesso, e soffermati a guardarti: non stai reprimendo alcuna sensazione, bensì richiamando concentrazione e facoltà razionali che scongiureranno la possibilità d’essere in balia di te stesso e dei tuoi stati.
Ora dimmi: come gestisci la tua rabbia?
Hai mai sperimentato qualcuna delle strategie che ti ho proposto qui sopra?
Raccontami la tua esperienza nello spazio riservato ai commenti: sono ansiosa di leggerti ed offrirti la mia risposta!